Pricipa' anche se gli imperdonabili sono tanti e andrebbero resettati dal pianeta ,non devi fare in modo che essi scalfiscano in negativo la tua crescita interiore,per cui la tua passeggera tristezza va jettata dietro alle giovani e robuste tue stesse spalle. un saluto
Un teorizzare astratto questa poesia! Il risultato sperimentale di una logica colpevolistica di chi è in continua ricerca di perfezione. Un lotta con se stessi che sfocia in una tecnica descrittiva di un mea culpa pubblico, quasi a ricordare che tutti abbiamo commesso degli errori imperdonabili. Ammirabile il pensiero del nostro giovane poeta, ma questa volta, fatta accezione per il verso “Sono l'albero che invita il vento a rubare le foglie”, la poesia non scaturisce l’armonia lirica alla quel Andrea ci ha abituati.
Ancora qualche anno? Esiste un anno giusto...non lo avrei mai detto...grazie ciao Maurizio
Forse perché non c'era armonia alcuna da descrivere caro Ugo...ti ringrazio un abbraccio ^^
anche la frase che ha selezionato Ugo mi ha incantato come tante altre rime che sono Pura Poesia...sei un Eletto e non puoi mescolarti alla massa! Ma non disperare c'è un tempo per ogni cosa detta il Qoélet!
grazie cara Anna anche se a volte non consola tale consapevolezza...ti abbraccio