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Pubblicata il 04/01/2016
Quando correndo
dimenticai la calma;
quando vidi per la prima volta
la sconfitta;
quando nel buio dell’ombra
restai senza respiro;
quando cedetti alla perdizione,
la scrittura mi aiutò,
la musica mi sollevò,
tu mi salvasti.

quando persi la ragione
e nell’articolare le parole
non riuscivo ad esprimermi;
quando ruzzolavo,
per poter raggiungere il successo;
quando tenevo il passo ma il tempo
era più veloce;
quando andando verso l’orizzonte
rimasi disperso,
tu mi salvasti,
la musica mi sollevò,
la scrittura mi aiutò.

ora che ormai è tardi
per ogni ideale,
per uno sguardo,
per una mano tesa.
ora che è tardi per lenire
il dolore
che tutto sembra consumato,
tutto sembra immobile
e non riesci più a dormire,
non ho che la tua follia,
una matita troppo piccola,
la lama ormai scalfita dal lavoro;
non ho che il tuo peso,
un suono distorto,
la corda spezzata della viola;
non ho che il tuo rimorso,
un petalo che cade,
il fusto dell’albero che invecchia;
non ho che te……
ma questa fievole energia
che stilla lenta
nel mio domani
è immensa
e non potrei viverne senza.

quando trovai la forza di reagire
e distrussi tutto,
desiderando troppo,
la musica si fermò,
la scrittura si sbiadì,
e tu ancora……
per l’ultima volta,
mi salvasti,
con il semplice gesto
di un sorriso.
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Ottima

il 09/01/2016 alle 15:16