Vetrine separè di bon ton
e specchi di fantasmi
in questo Natale
di zeri e tredicesime
di alberi capricciosi
e carboni spenti a sputi
lavagne appannate
e qualche dito a zonzo
disegna una croce
o una freccia sul regalo,
tremano le luci
arroventate da sguardi gelidi
e i riflessi pellicole
girate all'infanzia
o a copule di cani con se stessi
sorridono le commesse
pagate a sguardi
e a contratti allusivi
firmati con tacchi a spillo
su seni a davanzali
i lampioni aspettano il loro turno
scambiano per occhiolino
un lampeggiare in ritardo
s'innamorano nell'intermittenza
e qualche traiettoria
deviata da un palo
lucidato a schiene
disegna al muro
un orologio di Dalì
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da: Un Temporale Acclamato Con Nuvole Dirottate
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