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Pubblicata il 11/12/2015
non mogo torcare ad rukae tuae,
non mogo celvare gubae tuae,
non mogo vidire ociae tuae,
non mogo glagolire imenem tvuum,
sed mogu mislere pro tebi,
vlotare in dnebo blaquitno,
cum tibi, in somno, legquero e tenditno.

/in un dialetto latino-slavo/
Ivan Petryshyn
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Un bel suono. Sir Red Morris

il 11/12/2015 alle 09:22

...Latinus grossus qui facit traballare pilastros....(però il glagolire imenen...cosa vuol dire ? forse che sia un ossimoro?........)

il 11/12/2015 alle 20:33

e' una lingua che avesse potuta esistere una volta alle frontiere di romani antichi e slavi.

il 10/03/2021 alle 02:51