PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 19/11/2015
è arrivato l'inverno, qui da noi, annunciato e premònito,
ma quando arriva è sempre troppo presto,
ghiaccio sul parabrezza, erba che scrocchia sotto i piedi,
pozzanghere che paiono lastre di scuro cristallo
lasciato alla rinfusa dalle brume di una notte
che in inverno non è mai solo buia,
pare che il gelo lambisca anche l’impalpabile oscurità
la tramortisca e vi cosparga i suoi cristalli siderali.

la mattina ora i nidi non pigolano più
tutto tace solo il rumore di fondo della città
come un gatto affannato rantola e sbuffa di motori
di comignoli fumanti di meccanismi all'avvio in un abbrivio mattiniero
quasi dovessero forgiare con le loro basse vibrazioni un pane
il cui profumo nessun paniere conterrà mai,
ciminiere che svettano indicano quel cielo lattiginoso
col loro velo di vapori sconosciuti e mesti nella loro ascesa .

ho pensato che l'inverno mi avvicina più della bella stagione
al ricordo a ciò che in altri luoghi ed in altri tempi fu per me
e le immagini e le considerazioni le parole si affastellano qua e la
regalandomi quel sottile volo di malinconica considerazione
che come brina iridescente copre ogni cosa,
dalle ragnatele disadorne che brillano come veli d'una organza impalpabile
ai rami nodosi protesi verso un improbabile dove,
all'asfalto stesso che porta come un arenile urbano
le impronte dei primi passi o dei primi pneumatici
che inconsapevoli lo istoriano di arabeschi infiniti
i quali hanno ora un loro fugace sconosciuto disegno
ma presto diventeranno uno col nero della polvere e dello sporco.

le dita si incollano al metallo del cancello rabbrividendo
e il fiato si condensa subito sulle labbra e sui peli ispidi della mia barba
lacrimano gli occhi quasi che l'immagine di quel freddo
sia un commovente inizio di un'aurora algida e boreale
per quanto è possibile ferita dai lampioni e incatenata
da una nebbia melensa e mefitica come è,

drammatica la fine di un notte rattrappita
fatta di cristalli evanescenti e da sommesse attese
nei bui di tane scavate qua e la dove le colture intensive ancora lo permettono
o dietro il chiarore innaturale di finestre
che la notte non ha chiuso
come occhi che vegliano su una assenza,
un dolore, un dovere da compiere
in sonno che non arriva a portare il riposo ristoratore
in questo inverno che arriva segnando indelebilmente l'astrolabio
dei pianeti della fortuna.
  • Attualmente 4.16667/5 meriti.
4,2/5 meriti (12 voti)

Parole che ho desiderato fossero state scritte per me...Vi ho intravisto cristalli di neve che si mutano in prismi di Sole dicembrino.Grazie Sergio, perchè ogni tanto ci regali le tue pepite d'oro.

il 19/11/2015 alle 09:12

La natura si lascia osservare da tutti, intravederne la bellezza oltre gli artifici e condividerne efficacemente le sensazioni è per pochi. Ciao Sergio.

il 19/11/2015 alle 11:26

bravo bravo! :-)

il 19/11/2015 alle 17:57

Non ho parole per te....che l'inverno possa darti il calore della prima ....vera. un saluto Eclisse

il 22/11/2015 alle 16:56

Bacche di ginepro a profumar l'aria frizzante di un Dicembre che vede la nascita di Nostro Signore...apprezzata...

il 24/11/2015 alle 05:49

Ti ringrazio Annysea per le tue gratificanti parole, che testimoniano una partecipe lettura. sergio

il 24/11/2015 alle 05:52

Riccardo, ti trovo unisono al mio sentire, nei confronti della stagione algida, metafora imprescindibile di silenzi rimpianti e solitudine. Questi versi risalgono a qualche anno fa e proponendoli alla lettura mi sono accorto di come e quanto sia sedimentato il mio sentimento di insofferenza intollerante al preludio della stasi fatale della vita che l'inverno inevitabilmente porta con se. Immane il tentativo di resistergli e ridicolo anche , ma frutto di un rifiuto a cedere il passo al silenzio siderale delle mia albe che senza misericordia m'addentrano ogni giorno di più nella mia fortress of solitude ( Clark Kent docet ). Winter time love è un brano in cui io ho sempre sentito la dicotomia graffiante tra il valtzer musette del reef e le parole desolate e senza scampo del testo... ma è questa è la cifra stilistica del brano.... Grazie Riccardo come sempre i tuoi commenti mi offrono l'abbrivio per voli pindarici di cui i versi sono il trampolino di lacio. sergio

il 24/11/2015 alle 06:15

Arlette , sono d'accordo con te quando affermi che è l'occhio che guarda che decreta la bellezza, avere poi l'onere di renderne omaggio è il compito complesso della poesia, il poeta è il tramite che ha la meravigliosa condanna di tentare costantemente di adempiervi. grazie sergio

il 24/11/2015 alle 06:21

Cangio ti ringrazio per il plauso, sergio

il 24/11/2015 alle 06:21

Gail trovare nei versi giovamento per l'anima è quanto di più sublime possa accadere a chi scrive, ma è sempre la lettura interpretativa che accende il verso sino a renderlo vivido sentire. grazie, sergio

il 24/11/2015 alle 06:24

Eclisse la primavera è ora una promessa un impegno che non trova suffragio nelle mie brume mattutine che si condensano cadendo in cristalli di ricordi... sergio

il 24/11/2015 alle 06:26

IL profumo che associo all'inverno, Adele è quello della resina di pino, che ha sempre segnato nel mio mito il tempo dell'avvento, di una speranza di un desiderio di un tempo a venire che pure è stato. grazie sergio

il 24/11/2015 alle 06:29

Una infinita lode alla natura scattate come foto singole e messe in un album fotografico ,un applauso clap clap clap e saluto incorporato

il 25/11/2015 alle 18:27

Ti ringrazio gpaolocci per le tue letture sempre benevole..sergio

il 28/11/2015 alle 05:49

Poesia visiva che tratteggia la metamorfosi dell'Inverno dove i ricordi evocano ,emozioni nuove! Complimenti Sergio

il 01/12/2015 alle 16:42

Ti ringrazio Dory per le tue belle parole, sergio

il 02/12/2015 alle 05:50

E' un inverno da me conosciuto vissuto nella mia Bassa Padana, nei miei primi anni di vita. Oggi, non è più così. Mi torna alla mente vecchi ricordi. Inverni lunghissimi, geloni alle dita dei piedi, infinite nebbie bagnate,arabeschi sui vetri delle case. inquietante è l'inquinamento che si avverte tra le righe. La polvere nera che copre lentamente il bianco del paesaggio. Le ciminiere ai margini della città. La cementificazione della terra che continua ad avanzare, descritta senza drammi, tra le righe ,in modo magistrale ma evidente. Poesia con versi stupendi. Emozioni e sensazioni espresse in modo perfetto. Bravo,!!

il 07/04/2016 alle 13:09