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Pubblicata il 19/11/2015
Quel dolore sottile
a saperti fuori dal nido in inverno
così netto il tuo disagio
come taglio di lama affilata.

debbono patire il vento
i tuoi occhi nel crepuscolo
a cercare una luce
a scrutare un ritorno.

greve il freddo che avanza
a mettere in forse la vita
il capo al di sotto dell'ala
rifugio di tenue speranza.
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Dolce scrittura! Sir

il 19/11/2015 alle 09:23

Grazie Sir. Arlette.

il 19/11/2015 alle 10:56

Io trovo, Arlette, che queste righe siano pervase da quella tensione di partecipazione e di condivisione che è una, forse la più marcatamente femminile, caratteristica. Provare apprensione che arriva ad essere dolore, nel pensare ed immaginare la sofferenza d'altri è una preziosità di cui il mondo tutto è carente, oggi.sergio

il 20/11/2015 alle 06:23

La sofferenza è comune a tutti, la condivisione la ridimensiona, fa sentire meno soli. È vero, la donna in quanto madre ha un senso protettivo innato, ma l'umanità al completo- quando non dimentica la " preziosità" di cui è dotata- è madre amorevole. Nonostante tutto, continuo ad esserne fermamente convinta. Grazie Sergio.

il 20/11/2015 alle 10:46