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Pubblicata il 08/10/2015
Raccontami di te,platano antico.
dimmi di quando addensava
effimere promesse primavera
e tu bevevi oro d'albe come acqua sorgiva.
in girotondi di merli,ridevano,
impigliate tra i rami, riccioli di nubi
nei meriggi assolati di citta' e tu,immobile,
ascoltavi delirio di cicale
raccontare l'estate. Sfrangiata
da echi di campane,la bruma ovattata
ti faceva spettro se il soffio dell'autunno
accendeva il tuo canto
e tu catturavi l'ultimo sole che indugiava
tra foglie d'ambra in agonia.
raccontami di come la luna
colava cascate di luce su tepor di nidi.
si,dimmi di quanto soffri oggi
che mani rudi svellano i tuoi rami
e tu,sazio d'anni e di vita, senti
come la linfa piu' non ti nutre il cuore.
io soffro con te e torna il ricordo
di quando fermavo i miei passi
accanto alla tua ombra,quando
le mie parole ,ancor farfalle colorate,
arabescavano pensieri d'armonia
mi eri amico, allora e l'improvviso
alito che mi circondava in un sussurro
era la tua carezza per me.Io lo sapevo,
platano antico che lento muori
e presto non sarai piu'nella mia vita

.m.c
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Pregevoli versi si insinuano nella mente di ogni sensibile individuo! Sir Morris

il 08/10/2015 alle 11:54

Versi questi Marinella, intrisi della sottile malinconia che ne asperge ogni riga, perchè il ricordo delle stagioni che si susseguono, negli anni, portano all'attuale ineluttabile divelgere di rami e quella linfa che non nutre più. E la promessa racchiusa in ogni gemma più non sorride ad una mestosità che si muore. Complimenti per queste righe scritte con la penna del ricordo che sola basta a renderle deliziose alla lettura. sergio

il 09/10/2015 alle 06:12

“Raccontami di quando primavera addensava effimere promesse”. Sogni di primavera e temporanee promesse! E albe dorate, e volteggiar di merli, e il fastidioso frinir delle cicale che era musica per una giovinetta; e quelle ingenue parole colorate come farfalle che tuttora indimenticabili per il poeta. Tutto un balenio dei tempi che furono e che hanno deteriorato anche quel platano antico, fedele compagno di frescura. Con questi versi Marinella ci ripropone il suo stile nostalgico e ci trasferisce i suoi sogni di ragazza, quelli che tutti abbiamo vagheggiato, ma he non riusciamo a farne poesia, come sa fare lei. Eccellente amica mia, come sempre.

il 09/10/2015 alle 10:12

Raccontami chiedi ad un platino che racchiude forse i momenti della tua stessa vita ,la sua possenza ti garantisce la sua serenita' ,un saluto

il 12/10/2015 alle 17:17

A Sir,Sergio,Paolo,Riccardo,Chiara, Ugo che sempre mi seguono con affetto il mio grazie riconoscente.Non chiedo applausi o encomi, ma il loro giudizioe la loro vicinanza mi sono sempre da sprone. un abbraccio a tutti marinella

il 12/10/2015 alle 18:36

Raccontami di te e della tua penna che crea questi splendi versi. Ioria

il 15/10/2015 alle 14:16

grazie della lettura, il vostro sostegno e' sempre un aiuto marinella

il 15/10/2015 alle 22:04

Bellissimo questo testo dove la malinconia traspare con dolce melodia. Il vecchio platano ricorda...e... racconta... di allora "Quando le mie parole, ancor farfalle colorate"...un abbraccio e come sempre... bravissima. Felice domenica.

il 18/10/2015 alle 15:31

grazie lorella era tanto che non ti vedevo connessa, sono contenta tu sia ritornata marine lla

il 18/10/2015 alle 20:00

Ben ritrovata Marinella, e proprio con un testo che quasi t'invidio... per quanto è profondo nel contenuto e delizioso nei versi. Grazie del piacere che mi hi dato nel leggerti.

il 25/10/2015 alle 11:05

grazie a te di essermo sempre vicino marinella

il 25/10/2015 alle 20:04