Stasera, al conciliabolo degli Dei,
all'ombra di un lumen fioco,
terrò a pugni stretti
quei larghi fiumi d'antossanto ed àloe
che tanto ti erano cari.
E non dovrai stupirti se dall'alto
un osservatore cupo sognerà
lobi aderenti e la più dura madre
che adesso restano fissi, in verticale,
su questo buio fondo
che contiene le altezze
e le profondità dell'abisso.
Le tue parole di sempre,
il tuo aspro rancore,
la tua vana afasia e quelle difese
così tenute all'osso
schianteranno solo di fronte
a quattro mattoni mal chiusi.
Mai più mi innalzerò
sul tuo frac di sposa
e sui radi ricordi circonflessi.
Adesso c'è una forte sensazione luminosa
di un ritmo a strisce che fondono in cima.
Adesso c'è calma piatta,
il mare sprofonda silente.
- Attualmente 4.33333/5 meriti.
4,3/5 meriti (3 voti)