Rami di vite intrecciate
fanno ombra alla soffice zolla
ora rinvigorita
dal cerchio di fuoco che irradia i vaporosi frutti
spegnendo ultime umidità dell’aria notturna,
alte spighe di grano
susseguendosi in un continuo intricato di fili dorati
fan evaporare l’orizzonte limite della loro diffusione,
con le nude spalle esposte al calore meridiano
l’uomo ricurvo sulla terra
ricopre e dosa il seme piantato
che i vividi colori della luce solare
rendono già maturo,
uliveti e alberi fanno vela al suolo infuocato
e la campagna si anima di accesi contrasti,
chiaroscuri tonali
di rosso spezzato da tinte opache.

Sulla cima di un monte la rosa
s’incespica celata da mille fronde………
poter posare le morbide dita
nel folto cespuglio
per riportar nel dorso della mano semichiusa
il fragrante fiore,
poter stare lunghe ore
ad osservare oltre i petali la rosa che si schiude
e svellere dai rami una ad una tutte le foglie
mentre il corpo sollevato si dimena con furia
nel calpestare e sospingere le scorie dell’inusitato cespuglio………
infine allungarsi sul ruvido terreno
e socchiudere gli occhi
accostando al volto l’umida rosa.

rimbombi di spade
clamori assordanti di cavalieri erranti e folli
infilzano possenti armature,
spettri impauriti fuggono dai castelli disabitati
mentre rifulge un biondo viso e una lunga veste.

Un grido si solleva frenetico nell’arena
salutando chi
dall’alto guarda l’animale colpito.