la famosa poesia
delle 23,13
cade a fagiuolo
sulle 23,14
sbuccio l'involucro
che per quanto mi alambicchi il cervello
primitivo come un Komodo di còmodo
non ricordo il nome trattasi di baccello
me lo sono ricordato per caso
escono di soppiatto fondo
piselli ordinati e catalogati
siamo meglio dei germani reali
quando ci mettiamo d'impegno
e d'incanto
come nelle migliori cenerentole
si perde il guanto nell'erba alticcia
per tutta la notte a cercare
con la muta di porcelli dal naso fine
ed alla fine della storia
sarebbe bello dirvi
andatevene affanculo ma
non lo penso e non è educato
ho fatto l'educanda sotto militare
con la baionetta in canna a lustrare
fino a spellarmi i polpastrelli
senza sparare manco un peto
sono le 23,23
c'ho il vezzo dell'ora ma
non crediate che sia qui o là per questo
amo la mia libertà
e nessuno dico nessuno
me la toglierà mai
si fa per dire