come cantò il cantor di Sirmio
“Iam ver egelidos refert tepores,
iam caeli furor aequinoctialis
iucundis Zephyri silescit auris”
sì già miti tepor annuncia stagion nuova
e muta del ciel è l’equinoziale furia
e dolce di Zefiro è il leggero soffio:
non senti ? Nuovi colori e nuovi suoni oggi offre
primavera e d’ognun l’animo forte sussulta
e gioisce alla dolce vision ed all’ascolto del
nuovo e rinnovato mondo: spuntan e timide
si mostran le viole lungo le rive dei fossati
e qui scorrono fresche e limpide le acque
laggiù il nero merlo nel cespuglio ascoso
al cielo canta e lieta vola la rondine sul tetto
dal vento smosse alzate le protettive foglie
al tepor dell’invitante sol il riccio nel giardino
si ridesta roseo è il pesco e bianco vestito è
il pruno e nei prati e negli orti tutto è un tripudio
di colori: della camelia i fior son rosse bocche
occhi gialli sonnolenti all’aprirsi della forsizia
quei mille fiori che il pennello del Demiurgo a
dipinger non s’arresta e così torna a viver
e a splender la Natura a ogni nuova Primavera.
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