Se le mie parole potessero pagare il mio pane
saprebbero di fragranti soddisfacimenti cotti a legna
se questa mia musica pagasse le bollette
la mia luce interna sarebbe sempre più accesa
saprei vederci sempre bene spegnendo luce fioca d'intonsa stanchezza
non ho altro che la neve della bellezza a posarsi sul filo della corda,
anche quella della mia piccola arte appesa
silenziosa e candida e nera
eppur mi tiene la testa la sua magnanime sapienza
come in fasce
ma sol l'arte e la donna con cui dormo chiamo bellezza
e beati ce ne stiamo
a stupirci di carezze all'interno tenero delle braccia
a poggiarci l'orecchio al cuore come pellerossa
a sentir dalla terra il pensare del nostro cuore scalzo
tutto ci sfiora
ma se riposa non è vera voglia
spesso ci rincorriamo senza piedi
questo c'investe
noi con tutto il corpo scalpitiamo
e le porzioni mancanti l'uno all'altra
dall'una e dall'altro le prendiamo
ed i giorni van via
come grani di sale a mare
e qui vedere le luci del giorno scendere
e la luce della notte
atterrare su questa terra
questa terra senza solidità che da sempre mi estenua e mi ludica
e noi qui a reggere la gavetta
su palmi sdrucciolevoli.
- Attualmente 3.83333/5 meriti.
3,8/5 meriti (6 voti)