PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 14/07/2015
acque dei mari, dei fiumi, dei torrenti
venite a me,
l’emiciclo del mio abbraccio
sarà la vostra baia infinita
dove torneranno messapi a sostare;
sulle vostre sabbie bianche
cavalcheranno dioscuri.
danzeranno fanciulle al suono delle vostre onde.

lontane sirene tenderanno trappole
all’agguato delle murene
e i gabbiani stenderanno lini
per l’amplesso degli amanti.

mare, mare, con occhi di salsedine
mi scruti dentro.
la tua voce è quella del marinaio
che a sera chiama per nome velieri senza padrone,

quando s’imbeve di luna il sarago argentato
e l’ultimo ombrellone abbandonato
giace riverso immemore di sole.

un granchio affamato rotola verso la sua tana
briciole di cielo cadute
dalle mani di una donna azzurra,
e poco lontano un uomo
affonda lo sguardo opalescente
lì dove si perde l’ultimo pensiero.

mare, che a sera custodisci nostalgie di naviganti,
le tue anse racchiudono paure di naufraghi,
che le albe dissolvono in polline di luce.

la mia anima ambisce tesori di fondali
e nelle notti agostane anela vendemmiare
i grappoli porpora dei tuoi coralli.

invece sono qui, attraccata ad un molo
dimenticato dal tempo,
mentre mi illudo, con mani d’amore,
di riportare alla vita la fossile conchiglia.
  • Attualmente 4.25/5 meriti.
4,3/5 meriti (4 voti)

...Cara annysea, la tua poesia è stupenda ed il titolo mi ha fatto ricordare Giacomo Zanella....; un abbraccio, rom.

il 14/07/2015 alle 21:18

Grazie Romeo!

il 14/07/2015 alle 21:31

E' nella ultima strofa, Annysea, che dai la tinta melanconica a questi versi che si dipanano nel mito onirico tra Dioscuri e messapi. A cui un sarago argentato ed un ombrellone abbandonato fanno da contrappunto ad una fossile conchiglia, tra le mani e la volontà di ridarle vita donna azzurra..... La ricercatezza dei termini e la leggerezza delle atmosfere rende la lettura di questi versi coinvolgente, salvo poi infrangersi in quello che indichi come un tentativo ahimè improbo di ridare vita ad una conchiglia. Sotto il velame di questi versi un ad un dolore dai voce....sergio

il 15/07/2015 alle 06:22

E' proprio quel cercar di ridar vita alla conchiglia che dà il senso a tutta la poesia! E' tutto così perfetto attorno ad essa che è un vero peccato che non ne possa far parte da viva. Meraviglioso contesto apostrofato da vocaboli appropriati ridanno comunque vita a quel rimpianto nostalgico fossile. Sir Morris si complimenta con Annysea!

il 15/07/2015 alle 09:13