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Pubblicata il 02/06/2015
Vorrei dipingere il cielo
con pastelli intrisi di autunno.
far d’ogni nuvola un albero
con le foglie color del sangue
e sullo sfondo
tante bianche case diroccate
in una splendida campagna di ulivi e vigne rossastre
con foglie sospese lì, tra alberi e terra,
a rammentar all’uomo
la sua misera, umana, terrestre, pulverea origine.
a parte, poi, su una collina
un magico pastore collocherei,
con un gregge fantastico di pecore dal vello d’oro
e dagli occhi di fuoco
che, seduto all’ombra d’un tronco senza foglie,
contemplerebbe il mondo
e lo comprenderebbe tutto, con la sua immensa saggezza
forgiata al silenzio di anni senza sorrisi.
e su tutto, quindi, spanderei
un delicato profumo di terra bagnata,
di pini trasudanti resine,
di aromi strani, delicati, umani
di effluvi veri
di cimiteri.
e godere, così, della pace di questa visione…
vorrei.
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