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Utente eliminato
Pubblicata il 27/05/2015
siamo al lancio dei fiori e delle picche
pesanti come sorsi sazi
in questa cerimonia di nozze divinate
e chini capi battezzati,
non son le vedove né le future giovani adultere
a raccogliere il mazzo della sposa temporanea
ma il prete...

la tua veste fradicia da mondina
il riso nutriente dalla tua bocca

digeriamo la naturalezza dei sogni infranti
scogli che perdurano nello sfracellarci
cooperi al tuo stesso purgatorio
ma continuo a baciarti le ferite
come se potessi non infettarle non infettarci

sono un virus che accogli
a braccia strette lungo i fianchi...

siamo come dio per un ateo
è impossibile trovarci,
ma sei tu ad essere come dio per un credente
ci sei e ci sarai sempre...

pucciamo l'ansia in un rosso primitivo
noi pani erborinati per l'ape delle diciotto del cittadino,

uno sguardo saremo
un miraggio
una sigaretta in un parcheggio
le nostre mani che si frugano l'intimo al buio
la musica rimasta nell'Arci di via Tenca a Seregno

e ti perdono come se io fossi qualcosa o qualcuno
non mi ritieni degno di partecipare alla tua mensa
ma di' soltanto una parola e noi saremo orgasmo...
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