La mia vita
la mia vita bambina
venduta in stazione minorenne
nei cessi dichiarati dell'ipocrisia
per una colazione
offerta dal solito porco che non s'intende di perle
la mia vita
la mia vita fascista
che marcia su Milano per sgomitare
e salvarmi l'ano
e salvarlo al mio amore sempre più immaginario
bella come la padania a primavera
con la pelle diafana e i capelli rossi
come la padania innevata in tardo gennaio
in un tramonto di aliti fumanti
le bocche:
tazze di caffè buie e per niente edulcorate
la mia vita
la mia vita artistica
senza dissociazioni di personalità
mentre nemmeno faccio benzina alla mia utilitaria
ed al mio stomaco
o giro in mutande
in case in condivisione
la mia vita
la mia solitaria ma sempre affollata
che si fa sentire
come l'affluenza di un centro commerciale
variabile e perturbata
sempre uguale ma con risvolti da non credere di poter stirare
la mia vita
la mia vita dedicata all'umore delle donne
a questi corpi che mi stoppano il pensare
ma addizionano l'agire
e venire è solo la fine
vivere in un morire, anche se godi, significa finire
ai milioni di semafori
a cui ci siam arrestati in questi anni
nessun lavavetri ha disinfettato mai i nostri occhi
dalle incrostazioni di certi blocchi
e le mosche si compiacciono di me
nella case, per le strade
e se mi pestano
è solo perché è chiaro che io porti fortuna
stiamo a vedere il nostro film
abbracciandoci da soli
dichiarandoci allo specchio amori eterni
senza masturbarci
affacciandoci alla vita temprati
come nuovi monaci di ordini ancora sconosciuti.
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