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Pubblicata il 10/05/2015
altissimo e muto
si leverà l’addio
tra le navate della Chiesa Madre
dove bambina mi conducevi.
l’inadeguata parola sovrasterà
il campanile amico
quasi a sfidare altezze di cipressi.

il commiato, madre mia,
io te l’ho dato quand’eri ancora in vita
raccogliendo i tuoi respiri di grano,
i tuoi abbracci di fustagno,
la protezione del tuo amore
che solo alle querce
strappava similitudini.

ti ho pianto nei giorni
dell’amore impossibile
seguendoti fino alla vetta
più ardua del Golgota
che sapeva anticipare Primavere.

non temere, madre, oltre quel colle,
che adesso varcherai da sola,
ti attende un sole infinito,
e l’abbraccio di un Dio immortale
che la semplicità della tua vita
saprà vestire con abito regale.
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Talmente bella da essere incommentabile(a parte questo commento). Stolcius

il 10/05/2015 alle 21:05

Ti ringrazio ugualmente Stolcius!

il 10/05/2015 alle 21:14

Bellissima e amabilissima, amica Anny! Hai usato parole entusiasmanti! Complimenti a te e alla tua spiccata bravura! Sir Morris

il 10/05/2015 alle 22:09

Oltre il colle, non temere, madre, ti attende un sole infinito.. Tenerissima, commovente . Ciao Anny. Un tenero abbraccio. Dora

il 11/05/2015 alle 16:57

La Mamma ha il dono di elargire la prima luce e, ne sono certo, riceverà sicuramente anche lei l’ultima e Perenne Luce. Solenni e religiosamente amorevoli questi versi; un pensiero efficace che trascina e coinvolge. Ottima la struttura, adeguato il ritmo, calibrato e sincero il lemma: opera decisamente encomiabile

il 11/05/2015 alle 16:58

si sente amore, e non è qualcosa che viene dal fare poesie. ciao da rich.

il 28/05/2015 alle 23:10
cik

commovente e stupenda. appena letta, hai subito voglia di rileggerla. cik

il 12/08/2015 alle 17:22