E mi sento straniero
di questa vita
in questo mondo.
vago e ascolto linguaggi
incomprensibili.
anche le nuvole
oggi
m’appaiono estranee
lontane;
anche io
non m’appartengo più.
non cerco lavoro
come migrante d’una futile esistenza
dove ho perso sul verde
delle speranze
e su quello rosso e nero
degli affetti.
ma ho le carte in regola
e la valuta necessaria.
fiches, s'il vous plaît!
ho già un passaporto valido:
per un’altra vita.
devo solo passare dalla Banca
quella della Sofferenza.
il Direttore sa che ho pagato tutto.
e, così, son fuori dalla Centrale Rischi del Dolore.
devo, però, immediatamente prendere
al volo
il mezzo giusto.
farò l’equilibrista
È vero
su filo di lana
ops! Di lama
che mi penetra il cuore.
ma, finalmente,
vado via
non lascio nulla perché non ho nulla e nessuno.
e anche lì.
farò una grande sorpresa solo a me stesso;
perché
oltre il cielo
come dietro una scura porta di legno comune
non m’aspetta mai nessuno.
a me basta solo un cuscino
un letto e una finestra aperta:
le lacrime si asciugano prima del sudore.
“La Concierge, per favore!
una doppia uso singola
per una eternità, prego!”