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Utente eliminato
Pubblicata il 08/05/2015
è Mia madre
quella di parole oscene e dolci
tiene dentro al suo nucleo-grumo di sangue pulsante
un gran dispiacere
tiene ai miei fallimenti come alle sue preghiere,

non dirà mai che dopo dieci anni
non si faccia un terzo figlio
non dirà mai la pena
di aver avuto un terzo figlio come il suo:

l'io il ribelle
l'io il coglione
l'io il povero e libero
l'io sfuggito alle scuole e ad ogni partito
l'io immobile e vigliacco
l'io impavido ed in viaggio
l'io arroccato l'io aperto
l'io che balbettavo l'io comunicativamente diretto,

sciorino cavalli vapore
trasudo come corpo quadrupede
foschie dalla mia testa:
è la mia presenza le mie parole

la mia voce
può commuovere,

immagino mia madre
immagino mio padre
felici di me...

il terzo figlio
dal terzo occhio
quando svernerò sarò come meglio posso
cenere di corpo stanco e sciocco

"la morte è insopportabile, solo per chi non riesce a vivere"

vedo ancora mia madre davanti a me in ginocchio
a chieder scusa al suo terzo
ma madre non farti questo
non sai quanto io consumerei le mie ginocchia
per darti merito e sorriso vero

ad oggi io amo il tuo silenzio ed è lì che t'amo
ed amo mio padre il tuo sposo
a ricordo della mia testa di bimbo a sera sul tuo grembo
mentre la tovaglia plastica del pasto serale consumato
mi solleticava il collo a taglio inespresso

e tu come il tuo nucleo di grumo pulsante
eri il mio letto di carne
come Maria per il nazareno,
ma tu mia madre
madre di tutte le madri
io,
la tua medaglia di bronzo...
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Cosimo, versi che scavano questi tuoi, come gli altri, ma più degli altri, perchè li affondi nella polpa dell'anima in quel anfratto in cui giace il sancta sanctorum di tutti gli affetti, e lo fai senza riguardi ne per l'anima nè per te. Ti ammiro, sergio

il 08/05/2015 alle 06:38

Io davvero non credo di riuscire a trovare le parole per esprimere la bellezza di questo tuo "appunto telematico" e, in ogni caso, risulterebbero piccole perché già si commenta da sé....Sensibilità, verità, empietà e pietà, durezza, fragilità, dolcezza convivono in questo testo...il più intenso che io abbia letto dei tuoi. Anna

il 08/05/2015 alle 19:31

Alcuni passaggi sono davvero notevoli; le righe in cui si accenna a una genuflessione, interiore credo di aver inteso, verso colei a cui rendere " merito e sorriso vero" sarebbero un regalo inestimabile per ogni madre, forse Cosimo guardando oltre, per ogni essere con cui sappiamo di avere un rapporto di rara intensità. Ne convengo, lo scritto lascia una molteplicità di sensazioni. Arlette.

il 08/05/2015 alle 20:59

Caro Cosimo queste parole sono come un aratro che ferisce la madre terra provocandogli dolore , ma quando arrivera' la primavera' essa dara' tutta la bonta' cancellando il dolore , un salutone

il 11/05/2015 alle 17:34

Versi coraggiosi, di rara fermezza; versi che rincorrono, irretiscono, che a ottant’anni mi inducono a fare un esame di coscienza!

il 12/05/2015 alle 12:13

Bellissima poesia! Cosimo sei un terzo figlio... in sincerità conosco i silenzi di una madre, i sospesi del non detto nella volontà di lasciare tutto immutato con la paura del dolore! Ciao caro e buona poesia a te! ^ ^

il 12/05/2015 alle 13:00