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Pubblicata il 07/05/2015
Era giunta attraverso le porte aperte,cercava la sua menzogna,il castigo che attendeva senza demeriti perché sapeva quanto fosse irrinunciabile quella occasione. Lasciò uno spiraglio alle spalle per la via di fuga, ma rimase costretta in quel piccolo spazio a causa della perfidia nascosta nella borzetta di plastica nera.
rideva e si vantava delle corna che sfoggiava l'amante, quel torello da monta che sbagliava sempre buco,e piazzava le sue trappole tra le gambe per catturare e stordire i creduloni.
ad un tratto si ritrovò con le spalle al muro,senza le armi che avevano perso il filo della lama, ma fu lesta a cancellarsi sopportando fremente i colpi della frusta sulle gengive ormai sdentate. La rincorrevano le risate e le parole a lei sì care che la rendevano abile nel turpiloquio e nella calunnia.
attraverso le porte aperte,lei ceccaccaperte, sfuggì a fatica al linciaggio dei Protettori che la esiliarono nel paese dei meschini e delle pute.
e tutti risero con la saliva tra i denti...
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Racconto particolarmente toccante, amico Decio! Scritto con destrezza e completezza! Sir Morris

il 08/05/2015 alle 10:14

Sì, Sir, è una storia che commuove perchè si ride fino alle lacrime a sbeffeggiare una intrusa. Grazie, esimio.

il 08/05/2015 alle 17:38

Sarà,Virgin, come pensi tu e posso capire la tua opinione,ma qui si parla della punizione che serve a stroncare sul nascere certe velleità. Grazie, i miei saluti.

il 08/05/2015 alle 17:41

Se c'è qualcuno che soffre, amico Decio, non considero mai il lato comico dell'avvenimento! Sir Morris

il 09/05/2015 alle 08:25