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Pubblicata il 07/05/2015
Abiteresti la luce velata della luna
in una notte ventosa
di tempesta.

con la malachite dei tuoi occhi,
quando il pensiero
scivola lontano,
lungo la strada dei miei silenzi.

muoveresti le dita
sulla conca ritrosa della mia pancia.

alle tue carezze
quando si risveglia
un tremore di sogni.

e lì
lascerei che giacessi,
per una notte intera,
ferma e piena dei tuoi respiri.

delle mie domande
abiteresti ogni risposta.

così,
nudo e incredibile,
e mio,
come porcellana preziosa.

e sotto quella pioggia,
in quel mio silenzio,
con il tuo tocco,
bianco e solo,
abiteresti la mia anima,
per il tempo di un respiro.

o per sempre.
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bella

il 07/05/2015 alle 17:46

Non importa quanto tempo, se l'intensità raggiunta è a questi livelli, anche pochissimo tempo può valere un'intera esistenza. Come già detto da Stolcius ripeto solo ' bella'. Arlette.

il 07/05/2015 alle 18:00

Grazie Arlette e grazie Stolcius per il vostro commento e l'apprezzamento. Saluti. Alessia

il 07/05/2015 alle 19:19

........Sempre dispensatrice di calde emozioni...; un abbraccio, rom.

il 07/05/2015 alle 22:42

E' il condizionale, aleatorio ma presente il tempo che usi, Alessia in questo soffio di versi che tracciano una atmosfera d'incantata possibilità, un orizzonte di percezioni coniugate al femminile di ogni risposta che trova la sua domanda, in un respiro o nell'eternità.Complimenti, sergio

il 08/05/2015 alle 06:07

Grazie rom, senza emozioni cosa sarebbe la vita?! Per Sergio: ti ringrazio per il tuo commento. Sì, ho scelto il condizionale e mi piace il fatto che tu l'abbia notato e abbia "vissuto" quella "atmosfera d'incantata possibilità". Un caro saluto. Alessia

il 08/05/2015 alle 14:18

Splendida. Anna

il 09/05/2015 alle 11:23

Grazie mille, Anna! Alessia

il 13/05/2015 alle 15:56