un tacito grido
vince la notte in cui veglia il mio cuore.
perpetuo, muto rimbomba nella mia anima.
prorompe una forza ineffabile
che divora e sbriciola
ogni mia resistenza
e divento atomo solitario
in un universo
che ha il volto graffiato
da unghie affilate
di belve fameliche
che attentano instancabili
le fragili forze di chi lotta la vita,
di chi stanco vorrebbe gustare
attimi intensi di pace.
ma la corsa riprende,
divento ingranaggio
pedina, strumento.
dove sono il mio volto,
i tratti che mi fanno persona?
e vago cercando risposte.
E' il cuore che sa sempre condurmi
sui lidi ombreggiati,
sui “pascoli erbosi”
dove mite mi attende un Pastore
che mi prende per mano
e specchia il Suo Volto nel mio
e specchio il mio volto nel Suo
e trovo di nuovo la Via, la vita ,
la verità del mio andare.