Raccolgo il silenzio rimasto
quando furtivamente m’abbandoni
sulle pieghe morbide del lenzuolo,
dopo ondate d’effusioni
senza vergogna,
senza senso,
senza valori,
senza ritegno,
e forse senza amore;
io,
clandestino dei tuoi affetti,
rimango muto con le nevi sul cuore
che riflettono l’incoerenza
di quest’infatuazione
che cancella il tempo,
che pulisce il passato,
che raschia l’indecenza creata dalla tua assenza,
io,
abusivo dei tuoi vuoti,
io,
illegittimo sul tuo petto spudorato
irrimediabilmente,
incessantemente
t’amo.