(Libera rielaborazione della poesia “Ammissione” di Virgin Prune)
ricama la memoria il tempo
fa fregi, ne rifinisce i drappi,
per trovarne la natura,
il nocciolo a tutti nascosto,
ma non a me.
poi corre dietro fiumi di poesie
lette nella penombra e meditate,
naufraga, lieve, nell’ oceano primordiale dei ricordi
e s’infrange su scogli petrosi e irti,
sugli specchi mutevoli dell’inganno.
sai, oscillo, a volte.
nello stupore di un incontro inaspettato,
non trovo parole di consolo alla nostalgia.
la superficialità del mondo mi atterrisce,
l'ingratitudine mi spiana all’imminente oblio.
mi accorgo con dolorosa certezza
che la realtà ultima
è il pendolo dell’incertezza.