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Pubblicata il 22/01/2015
"Non saprai mai
o mia sfinge di neve,
quanto
t'avrei amata
quei mattini
quando a lungo piove
e sul ramo secco
si disfa il nido."

ti ho visto un giorno
in mezzo all'inferno
e ho preteso di farlo durare
dandogli lo spazio di un sogno
e di parole gonfie di fiato.

quel giorno
ho piantato un albero nel mio cuore
con radici fino all'anima,
succhiante l'anima,
e ho riposto ai suoi piedi
una scatola d'aria
con l'idea folle di svuotarla
e riempirla di noi.

poi il nulla
il suono pieno del silenzio.

e il naufragare e il perderci
dolcemente
in quell'angolo di cielo.

se adesso apro gli occhi,
tu non svegliarmi,
ma lascia pure il tuo cuore
al mio fianco.
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Un suono compatto e genuinamente significativo! Molto bella, Anna! Sir Morris

il 22/01/2015 alle 22:38

....Un Canto limpido e soave; quella musica nel silenzio è celestiale.....; un abbraccio, rom.

il 22/01/2015 alle 23:33

tu sai far vibrare l'animo e condurlo a livelli più alti, come un canto dolce ma sofferto che si spande nel silenzio di una brughiera...me la puoi spiegare una cosa...nei tuoi testi nell'incipit capita spesso di leggere versi evidenziati dalle virgolette o interpunzioni simili...questo è perchè sono importanti, perchè sono citazioni, o altro? grazie in anticipo cara anna, un abbraccio e ancora complimenti, andrea

il 24/01/2015 alle 14:45

Andrea...grazie per le tue parole. Riguardo ai "tra virgolette", nell'incipit spesso riporto parole di altri (in quest'ultima sono del grande Garcia Lorca) perché, per una qualche ragione o non senso universali, in esse mi ritrovo...o mi perdo :-). Ti abbraccio.

il 25/01/2015 alle 20:08

Sir, Rom, grazie di cuore. Vi abbraccio...

il 25/01/2015 alle 20:10

nella chiusa della tua bella poesia mi torva concorde a ciò che dici ciao alberto

il 10/04/2016 alle 11:38