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Pubblicata il 21/01/2015
torno al principio,
per scappare volentieri dalle condanne,
si è trasformato in nome il crimine dell’uomo moderno ,
rinuncia
scappo, eppure non mi muovo,
veglierò, ma attraverso quali occhi?
trovo rifugio solo in me stesso
come una paurosa testuggine abituata
al proprio guscio.
ed io comincio a starmi stretto,
è diventata una lotta personale
dove a turno i miei pensieri
spaccano la diga del già visto
come un fiume stanco di affondare in silenzio
i rumori dell’animo.
mi concedo lo scandalo del dubbio sessuale,
tra uomini che rinnegano il proprio corpo,
considerato sporco di impura sessualità.
ed io rido nel vedervi affittare nuovi corpi,
ed io piango per chi non ha scelta.
lottano i disperati del nuovo mondo,
non più per mangiare ma per avere cose….
così ho capito che non esiste la povertà
di denaro ,ma di pensiero,
ed io per questo non rido più.
che bello sarebbe stato illuderci ancora,
addormentando la realtà dietro agli schermi.
no! Io non riesco.
sento affiorare ogni sera le mie preoccupazioni
Che si tramutano in edera pesante come il piombo,
perché in questo girotondo
ho pochi stimoli, ed il primo è vomitare.
cerco il coraggio nelle mie strade,
ma i ragazzi dei miei percorsi,
preferiscono riporre il pensiero a terra
come arma inutile a se stessa.
ed io rido.
ma non ho ancora perso.
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Non mi rimane che incoraggiare le tue parole.. oltre ad ammirarne il loro valore, Demiàn! Molto ben scritta! Sir Morris

il 21/01/2015 alle 12:36

mi perdo tra queste veritiere e profonde righe..... non ridendo .... forse piangendo. Gabriela.

il 21/01/2015 alle 13:46

Ammirevole e profondo scritto pieno di verita' complimenti

il 21/01/2015 alle 14:40

Grazie,è stato uno sfogo violentemente sentito.. La scrittura rimane una delle migliori medicine per combattere o combattermi..:)

il 21/01/2015 alle 20:01