Nove meno dieci di un giovedì solitario
la notte come una pioggia riempie le strade
una palla rotola lungo un tavolo
prima di essere ingoiata da un angolo
Un respiro all'aroma di fumo passivo
ricerca nell'animo il sapore della vita
e c’è qualcuno che si perde in ambigui sguardi:
il piacere non pretende forma
La solitudine spesso si cuce gli occhi
ed il suo amante si perde in oscuri giochi,
come una canna che non risparmia bocca
alle voglie di una nera anima vuota si lascia
consumare fino al silenzio
e al ricordo resta solo una notte
che lenta sfuma
nel vomito orizzontale di un’alba fredda
- gli occhi tremanti nell'afasia
paiono aloni appannati d’una finestra
è rarefatto sempre più il fiato
al richiamo languido d’una voce sola
la bottiglia di birra si rovescia
ecco che può così nascere una scusa
la musica si fa presenza muta
resta l’eco sordo di un bagno sordido
testa, capelli e odore di naftalina
una mano le labbra un grido e saliva
nuovamente occhi nell'afasia -
La solitudine spesso si cuce gli occhi
e la sua amante si lascia ad oscure voglie,
come una siga che non rifiuta mai bocca
nel gioco oscuro d’una nera anima sola si perde
bruciata fino al silenzio
e al ricordo resta solo una notte
che lenta sfuma
nell'orgasmo verticale d’una pioggia fredda
.A.G.
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