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Pubblicata il 13/12/2002
Eccomi di nuovo sveglio,
grondante di sudore e spaventato come un bambino.
Erano mesi che non mi succedeva, nove mesi.
Se ci pensi non sono pochi, ma sembra ieri amore mio.

Sono qui, ancora una volta qui, cieco, nel buio,
fisso il nulla che mi circonda e cerco al mio fianco
ma tu non ci sei amore mio.
Hai smesso d’ascoltare i miei più intimi pensieri.
Ho percorso il sentiero di nuovo, ieri notte,
erano trent’anni che non trascinavo i piedi, nudi
fino in camera tua mamma, terrorizzato, a chiederti aiuto,
m’hai preso per matto e mi hai liquidato con un sorriso.
Già a quarant’anni non si va dalla mamma!
Ma a 8? A 8 cosa si fa? Tu non c’eri mai mamma,
tu non ci sei ora come allora, tu sei sempre mancata
quando avevo intimi pensieri da raccontare,
dov’eri allora mamma?
Eppure lo sapevi di quei neri pensieri, neri di ceneri
arrivati di notte, cicatrici di quel fuoco che divorò tutto
tranne il mio corpo in quella calda notte di luglio.
Solo Marisa, lei si che sapeva ascoltare, lei ascoltava
i miei neri pensieri e li colorava di rosso in quella stanza
al primo piano di un vecchio granaio.
Peccato che dopo di pensieri non rimase nulla, solo intimi
contatti d’amore rubato ad un’adolescente turbato.
Ho paura stanotte, ho paura di non farcela.Vorrei chiamare te
amore mio ma ho paura, paura di sentirti dire che sono piccolo.
Telefono a Francesca, lei si, lei capirà.
Francesca, ricordi quando da ragazzi nascondevamo
i nostri corpi in quel capanno, la, sulla spiaggia di Riccione?
Certo tesoro che mi ricordo.
Com’erano i miei intimi pensieri allora?
Ma erano azzurri come i miei occhi tesoro mio.
Dici davvero?
Certo, sai che non ti mentirei mai.
Perché te ne sei andata?
Ma perché ti amavo.
Niente da fare, stanotte sono davvero tornati più neri che mai
e non se ne andranno, non prima di aver riaperto antiche cicatrici.
Dio come vorrei telefonarti amore mio.
Basta, telefono a mia moglie!
Come erano i…
Ma sei scemo o ti sei fumato il cervello?
Sai che lavoro e mi alzo presto, non ho tempo per le tue stronzate notturne.
Cazzo, stasera non è aria, stasera non c’è neanche un alito di vento
a portar via la nera cenere dai miei intimi pensieri.
Rimetto la testa sotto le coperte, ed li che la ritrovo, lei si che c’è sempre,
lei è sempre presente, lei non si fa mai attendere,
lei, è la mia compagna solitudine.
Vorrei chiamarti, ma ho paura, paura di perderti per sempre amore mio.
Ricordo ancora come fosse ieri il nostro primo incontro.
Mentre ero in attesa davanti a quel grosso portone,
il cuore rombava nel petto mentre le gambe tremavano al pensiero
che da un momento all’altro saresti comparsa tu, amore mio.
Ti ho visto uscire con quella minigonna che poco lasciava all’immaginazione,
con quell’aria imbarazzata e piena d’intimi pensieri e mi sono sentito morire,
mi sarei scavato una fossa per nascondermi tanto eri bella.
Ma ricordo ancor di più l’altro incontro, quello ancor prima,
dove io ero seduto al buio circondato da nerissimi intimi pensieri.
Si, ricordi amore mio? Non volevo la luce, volevo rimanere al buio,
circondarmi di nulla per poi ripartire, allievo e insegnante di me stesso.
E’ in quel momento che sei arrivata tu amore mio.
Ti sei seduta al mio fianco e in silenzio: sei rimasta ad ascoltare
il battito incerto del mio cuore, volutamente non hai acceso la luce,
andava bene così e così siamo rimasti per ore.
Mi sono accorto che i tuoi intimi pensieri erano ancor più neri
del buio che ci avvolgeva, allora sono rimasto io ad ascoltarli, in silenzio,
in disparte, senza disturbare ti ho dato quel poco che restava di me
e in cambio mi sono preso i tuoi neri pensieri, ho atteso
che assumessero delle sfumature per poi lentamente colorarsi di rosso e di blu.
Come la tua maglia, ricordi amore mio?
Ho lasciato crescere in te un canto che ti sciogliesse in versi liberi
e mi sono visto nei tuoi occhi danzare, all’ombra dei sospiri.
Sono rimasto al tuo fianco, mentre il vento spazzava via
dalle savane silenti dell’invisibile i tuoi pensieri più neri
che io non conoscevo, non capivo.
Ho strappato la luna dal cielo e ho pianto con lei la mia solitudine
pur di non perderti amore mio.
Solo tu hai aperto i miei neri occhi che di cera eran serrati,
solo tu hai udito i conflitti che mi lacerano l’anima,
solo tu hai guardato dentro di me e non sei scappata via amore mio.
Altri ora verranno ad ascoltare i tuoi intimi pensieri,
ma non preoccuparti amore mio, troveranno solo pensieri colorati,
quelli neri li terrò io, tutti per me, lo sai, mi conosci, non sono coraggioso
ma i pensieri non mi fanno più paura, quelli rossi forse ma quelli neri no,
quelli proprio No, quelli tuoi: lo sai che li amo amore mio.
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...intima è la struggente malinconia che ho letto in questo brano ...e intima è la riflessione che mi porta a fare....il racconto è colmo di immagini vive e laceranti alle quali non si può rimanere indifferenti...sono flash di vita e di esperienze vissute che a volte arricchiscono e a volte lasciano l'amaro in bocca e quella devastante solitudine...posso solo dire che è molto bella e posso solo sentirmi molto vicina a te e stringerti in un abbraccio...cristina

il 13/12/2002 alle 22:48