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Pubblicata il 07/12/2014
Ci è dato vivere
tra queste quattro mura,
misurando l'esistenza
con i passi che ci restano
alla sua fine.
raramente,
da una qualche fessura,
la luce,
ad illuminare il cammino.
oltre a queste mura,per noi,
l'ignoto,
e a pochi è concesso
di sopravvivere.
dentro a questo grigio cortile,
trascino le mie gambe,
cercando di evitare pozze
e rivoli di dolore.
altrove,
si scavano solchi
s'aprono ferite profonde,
e piovono lacrime,
e scorrono fiumi di sangue,
a milioni si nasce,
a milioni si muore.
giorno dopo giorno,
sempre al mattino segue
il silenzio della notte,
e da un anonimo giaciglio,
da un qualche angolo oscuro
di questo cortile,
un sospiro si alterna al pensiero:
perché siamo obbligati a vivere,
senza alcun senso,
o solo ad esistere,
con questa poca luce,
in questa snervante,
inutile attesa,
senza neppure sapere
cosa realmente è bene,
cosa veramente è il male,
perché siamo obbligati?
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Ieri sera ho visto: Fuga da Alcatraz.. dove Frank Morris è riuscìto ad evadere! Bella poesia, Ludo! Sir Morris

il 08/12/2014 alle 09:03