Cosa ci aspetta
mentre il vetro riga la pioggia
col sudore faticoso dell’indice
che fa riemergere scatole cangianti
e piccoli mari sudici
che schizzano dove il vento trema
sono abbagli affilati
che t’incalzano le cornee
voci che rimbombano intermittenti
sentieri luminosi al baratro
questo oblio che ci copre ogni notte
con la sua calda coltre velenosa
questa serpe malinconica che muta
la sua pelle sugli specchi dell’alba
sono strenne per morire disgiunti
balocchi apparenti nello sgangherato divenire
soffici fiocchi moribondi
che scendono triviali e mansueti
ad appiccicarsi alle nostre preghiere
mimetismi blasfemi in ghingheri a perdere.
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