abbandonate le vestigia stanche
di tempo e di rovine
cammino solitaria tra sprazzi di passato
e pennellate di presente.
affievoliti gemiti
del cuore e della mente
si rifocillano impigriti
alla fonte inebriante di acqua vitale zampillante
che sovente regala promesse, o disattende le sperate attese.
circonfusa di azzurro vado cercando spazi di grigio
per non rimanere abbagliata da colore imperante.
i contrasti dicono quale è il bello,
dove risiede il bene, come giustizia si fa regina.
se il sole torna a brillare dopo ruinoso temporale
godo in pienezza lo splendore dell’astro,
il calore che avvolge le membra infreddolite da gelo di morte.
se la vita mi ha regalato giorni davvero bui
la rinnovata luce adesso conquistata
esplode prepotente,
e con vigore ringrazio quei dolori
quelle giornate bigie nelle lacrime ed affanni
perché hanno segnato benevoli un cammino
fatto di spazi aperti, infiorate vallate tra le rocce ed i massi
di strada che corre serpeggiante tra i monti su in salita.
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