regalami sogni di nuvole,
soavi schiere tremebonde che lente si immergono
in un sonno che ha il sapore dolciastro di un infinito sentire
supremo contatto di sublime verità,
matrice solitaria di pure radici che hanno il profumo dei flutti del mare
quando adagia la schiuma sulle rive
e riporta indietro
sapore di sale mischiato alla sabbia.
giungere da soli in un vortice di niente,
laconico dire,
impatto desolato di lande sperdute
di ululati lontani senza tregua di vita.
flemmatico andare con passo felpato di gatto,
felino bramoso di sbranare esistenza tardiva di battiti umani.
cade il corpo in abisso ancestrale
misura di un tempo confuso ed annoiato,
di fremiti spenti da gelida fonte
che spruzza quel ghiaccio latore di morte,
che zampilla colori di arcobaleno se il sole si tuffa ,
speranza ridente,
ricchezza di un tutto, che nasce sovente dal niente.
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