era il crepuscolo
quando i due colombi
sostarono sull’intreccio dei rami.
i due becchi sfregavano un bacio privato
i petti furono un’unica conca marmorea.
poi il vento divenne alcova
e sorvolarono l’intero mondo
al seguito della cometa
le ali ignare, il canto innocente desideroso.
entrarono nel tramonto come ombre
trasportando sul velluto del dorso
i rimorsi di chi ne prosciugò l’appartenenza
e geme di lacrime al solo udire il suono del loro parlarsi.
riposarono nell’onda del buio
il frullo svanì, divenne aureo,
fu la notte ad ammantarli,
il biancospino intrecciò in piume il loro duplice sonno.
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