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Pubblicata il 17/10/2014
“L’amore è un uccello ribelle
/ che non si lascia addomesticare,
/ ed è inutile chiamarlo,
/se gli va di ricusare! /
Non serve nulla, né minacce, né preghiere, /
l’uno parla, l’altro tace;

/ ed è l’altro che io preferisco,
/ non ha detto nulla, però mi piace.
/ L’amore…l’amore…
/ L’amore è figlio di zingari,
/ non ha mai conosciuto leggi;
/ se tu non m’ami, io ti amo,
/ se io ti amo, sta’ attento!
/
l’uccello che tu credevi di aver catturato
/ con un battito d’ali ha preso il volo;
/ l’amore è lontano, tu puoi attenderlo,
/ se non l’aspetti più, eccolo arrivare.

/ Intorno a te, rapido, rapido,
/ viene, se ne va, ritorna,
/ tu credi d’afferrarlo, egli ti sfugge,
/ tu credi di evitarlo, egli ti afferra!
/ L’amore…l’amore…
/ L’amore è figlio di zingari…”.
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Giusta analisi descritta con fermezza! Sir

il 17/10/2014 alle 20:15