PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 14/10/2014
Un tempo cantai,
la melodia scorreva veloce
vento tortuoso in mulinelli di nero e pioggia.
sapete,
quando cadde il cielo
niente lo arrestò se non il canto
che scivolò come farfalla fra le dita
capite?
oh! voi che ne udiste il tremore ceruleo
il lento fluire del suo scolpirvi la pelle
e la carezza d’indicibili suoni,
dell’anima naufraga che raccontò
quando dall’alto delle torri gli Angeli
sussurrarono i segreti dell’eterno ritornare.

una volta regalai
fiabe deserte alla memoria
riannodandomi al filo del respiro
e fui corda, roccia, acqua nel palco
sul rosso dei sipari,
aprendo le braccia per portarvi in me,
e narrando la vita
tradussi in suoni ed echi il suo passaggio.

allora la udiste ululare le sue strette vie,
di preghiere e urla a un dio remoto che non sa
del canto,
del pianto
dell’amore che ci lascia afferrare il tempo di un sussurro.

fu allora che la presenza fu l’ombra,
e il richiamo notturno dell’allodola
si fece cattedrale d’ineffabile luce
che il sale delle lacrime divenne mare al tramonto
e solo allora capii d’essere suono e vento,
calore intimo del mio canto risonante.
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Canta ancora, canta sempre,la musica è un ottimo salvagente.patty

il 14/10/2014 alle 06:50

la musica a volte salva...Julita

il 14/10/2014 alle 10:31

Un canto spettacolarmente visionario .. ma non del tutto! Sir

il 14/10/2014 alle 10:33

Sogni oniririci favolosi, che costituiscono una metafora della tua ricerca interiore. Il canto si trasforma in una forza della natura, che viaggia tra le pieghe del mondo. Le tue poesie mi piacciono molto. Brava!

il 14/10/2014 alle 19:23

Condivido il commento di Aedo! Brava! Giovanna

il 15/10/2014 alle 01:36

Un canto che ha il sapore di una vita intensa, consapevole di affrontarla con tutte le sue contraddittorie...ma vincente. intensa e bella nei suoi versi. un saluto Aldo.

il 21/10/2014 alle 16:52