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Pubblicata il 11/09/2014
mi diceva non ho mai sognato

ma se guardar le stelle sognar

vuol dir sì son grande ad occhi

aperti sognatore che la notte

poi dormo secco in un misero

giaciglio di cartone. Il nome

vero suo mi era sconosciuto

solo Tera de Pipp era chiamato,

gentile sorridente viveva sotto

i ponti, ricordo un dì mi diede

qual regalo di bocce un colorato paio,

curava tutto far per un bicchier di vino

della bocciofila i campi del burber

canuto oste amico siur Peppino,

ma un giorno mi raccontò di un sogno

un sogno vero suo, l’aveva mi dicea

l’aveva mendicato che anche lui volea

sognar mentre dormiva:sì fischiava

sopra il ponte il treno nella notte,

come d’incanto di quel rombante

si trovò alla guida,binari immaginari

terre sconosciute non vi eran nel

viaggio le fermate,una folle corsa

tutti da terra ridendo lo guardavan,

d’oro la giubba aveva diamanti i suoi bottoni

non più, non più quel povero straccione

nel sonno nel sogno felice mormorava

ma il sogno sognato durò poco,

urtato si sentì il calzone mentre lui

guidava, di botto sfilato gli avean quel

suo poco tagliata la saccoccia del liso

pantalone, questa del sogno l’ amara….. conclusione.
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Come si fa Rusticus, a non farsi venire alla mente leggendo questi tuoi bei versi, quell'altro barbone, quello "cunt i scarp del tennis", il tuo ha avuto il suo tristissimo sogno, quello il suo grande amore biaco e rosso che pareva un tricolore....Mi piace il tuo raccontare con la leggerezza dei versi le sfacettature della vita, quella rasoterra....sergio

il 12/09/2014 alle 06:08

Grazie per il bel commento gentile Poeta zordoz, un cordiale saluto e buona giornata. ggc

il 12/09/2014 alle 09:08

Ognuno di noi può divenire tale in qualsiasi momento della propria vita! Uno scritto che fa comprendere quanto sia sottile quel limite che ci fa riflettere quanto siano importanti ognuno dei nostri passi! Visione.

il 12/09/2014 alle 14:27

Grazie Poeta Sir Morris, buona serata e cordiali saluti ggc

il 12/09/2014 alle 18:23