indomito cuore
che pulsi impazzito
da ansia ancestrale,
o da quotidiana memoria.
ti sento talora un po’ ballerino,
o stanco di andare
per attimi resi fugaci.
tu vivi le piccole noie
di un tempo che ruba
le ore agli affetti,
che cambia i ritmi di vita,
e trasforma le gioie
in beni dovuti
e i dolori in eventi,
repentini, da dimenticare.
eppure tu senti la forza di aprirti
con piena fiducia alla vita,
a chi, materna natura, ha posto in te
e per sempre con te
nel gaudio, nel tedio,
nell’ombra di un giorno
che ha perso la luce,
nell’attimo intenso di pace
che riesci a godere,
se innalzi lo sguardo
o se abbassi
il tuo incerto orizzonte,
a cercare struggente dolcezza
e salutare riposo
in un mondo dal volto confuso
di tanti fratelli
che bramano amore.