pensosa percorro la via,
automa umano,
lacerata da squarci di dolore.
freme il mio corpo,
colpito da strali
insanguinati da strappi di vita,
percosso da flagelli di storia,
abbattuto da cavalieri sconosciuti dal volto nero.
difficile andare, salire la china,
è meglio fermarsi
circonfusa da volute di grigio squallore.
eppure, si dice, il sole tornerà a brillare su umane sciagure,
darà luce a ciò che hai sofferto,
saprà cancellare i pumblei nembi
di sì grande tristezza.
ma ancora non vedo la luce,
rivolgo in alto lo sguardo
e bramo la pace del cuore,
ed uno spiraglio sottile che
attenda ad un tempo migliore