pin ,oggi io e te si è fermi in questo confine
non andiamo oltre
un lago colmo di dolore ci blocca
è duro come un macigno
e scuro pece come l'inferno.

mi dici ,dici a me
eppure mi pare
che in un angolo della sua bocca
aleggi un mezzo sorriso,
io lo noto come una smorfia storta
dedicata al mondo circostante.
di maggio la vita fu breve
la partenza è stata veloce ,
troppo veloce
e sapere che non ci sarà in qua
più ritorno ,è lacerante.

noi all'ombra sudiamo
perchè non possiamo farci niente
dell'evento siamo spettatori muti,inermi
per questo viaggio assurdo nello spazio.
il tempo s'adegua all'atmosfera ,piove,anche se il calendario data 19 agosto.
fa freddo mi soffermo sul vetro c'è una goccia che fa catenella con una nuvola che passa

ti parlo di mille stupide facezie
per distogliermi da quel volto
che trattiene le lacrime
fermo in un'immagine.

mi sento colpevole per il cesto pieno,lei sta qua come un sacco vuoto sprovvisto di laccio,cielo ,mi dico ,sei ha dislivello di giudizio ,ma ma parlo perchè mi rode un dubbio,ma tu cielo che sembra che
alla mia domanda non rispondi ,piangi.

sono vuoti gli specchi
dentro il tempo
dei pantaloni corti
si è spezzato sul nero catrame ,restano ad assommare due scalpi ,discretamente bianchi,diversi ma simili.

vorrei ,oh se vorrei levare
da quelle spalle la croce
ma non ho il diritto,posso solo dare
un sorriso
come moneta sonante,pensando in maniera costante
che se chiudiamo gli occhi s'annullano le marianne,permane sul marciapiede solamente
una pozzanghera fresca che riflette il cielo
su di una nuvola bianca
che ascolta