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Pubblicata il 18/08/2014
le prime memorie
le prime memorie,
i minuti, non ore;
le facce dei vicini,
le bambole dei miei compagni futuri,
il gran fuoco della mia vita, dentro le mura,
un rapimento da una dottoressa ubriacca,
un carezzo e l'amore di mia madre e di mia zia,
un sentinello e la via
verso le prime identificazioni ragazzesche,
i pezzi della memoria a fresche,
le prime sigarette sotto gli alberi della patria persa,
verso
il capire dei nervi della mia mamma,
che amavo senza pensare-
il primo concetto del sapere di amare...
le domande, mai risposte,
la scuola,
le mie compagne, Oxa e Ola,
il tempo donato
a un mio fratello del passato,
che si e’ perso nel suo odio,
i corsi dell’essere un ragazzino,
le canzoni, la musica, le ricerche delle armonie,
i boschi vuoti, i sentieri, le vie-
i funghi, i fiori, la Grande Natura,
la vita dolce e dura.
i balli da otto anni con una ragazza bella e saggia,
a chi i miei pensieri sempre danno un omaggio.
le lingue, le lingue, i libri, i canti in un coro,
che non mi piaceva per niente,
il passo verso la gente,
il passo verso il futuro,
limpido, sereno e puro,
i studi della musica- l’accordeono,
che si e’ diventato piu’ duro per il mio cervello,
essendosi un brutto e pensandosi a un bello,
le prime preghiere con la mia nonna,
i primi seminari con il mio nonno-
io ero molto fragile e buono-
il primo sentimento di Gesu’,
il primo richiesto su che cos’e’ su’?
le prime lezioni sulla sessualita’,
il non sentirsi della propria eta’,
i primi peccati, le prime idee rafforzate dalla scuola,
il primo “io non posso”, “ mi duole”,
i primi versi,
nel passato, persi,
i primi saggi,
i primi colpi e i primi baci,
e gli esami, troppi, lunghi di ore,
il primo odio, il primo amore,
le facce dei miei amici e compagni,
le ore, i minuti, gli anni,
le pagine notturne dei libri,
il falso sentimento d’ esser liberi,
i verdi e i crudi odori dei geni
che ti facevano girare la testa-
le prattiche campestre e le feste,
i pensieri segreti degli amori mai rivelati,
e le parole scritte, concetti pronunciati,
fino alle grazie espresse alla mia mamma,
che io l’amo e che mi, forse, ama,
fino al momento, quando mi sono fatto uno studente-,
ah, si’! il passato- un tutto e un niente.

di Ivan Petryshyn
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un testo fiume...quasi una seduta dallo psicanalista.... Ivano, scrivi se la cosa ti fa bene, vedi, a distanza di tempo questo tuo fiume di parole mi ha investita....

il 29/01/2015 alle 20:54

pardon... le emozioni non sono reali: sono tutti dentro dei cuori

il 13/02/2015 alle 15:42