Sai ne leggerla, prima di rileggerla mi sono andato a crecare la tua Bellerofonte 2.0, credendo ad un legame, che se non in quell'elemento artificiale, non ho trovato, ma forse è qualcosa di nemmeno così importante...comincio dalla fine...la strofa di chiusura mi piace molto, espressiva, lirica, distensiva ma ammaliante, mi ha dato il senso di quelle letture un po' intimiste del tempo, un po' alla Proust pre-Recherche, con le medesime sensazioni, vivide un po' inesprimibili, come il fondo del tutto...la tua visione, personale(?), dell'amore che nace vive, o sopravvive, grazie a quell'artificialità mecanica, informatica che pare a base devva ita umana al giorno d'oggi, si fa quasi prigione e finestra, entrambi si è lì, si può scrivere, comunicare , ma il vero appare lontano, pare farsi sempre più lontano, amore che porta al disamore(queste sono anche mie rielaborazioni)...stilisticamente mi piace l'accostarsi dei tratti lirico-descrittivi, a piccole constatazioi che l'animo rende note a se stesso tramite fugaci righe dal sapore aforistico...uno scrivere che si sposa nella tua gamma varia di creazioni, in cui la sensibilità e l'eleganza che ti contraddisingue emerge sempre...tanti passaggi che ho gradito, specie quello dei "feelings" trovati in tante canzoni...sai mi hai ispirato, inoltre involontariamente mi hai ricordato una canzone che mi piace molto e x qualche motivo non ricordavo...stasera mediterò e scriverò...grazie e sempre bravo, ti abbraccio, andrea
E' una lettera che arma l'amore e lo disarma con la cruda realtà delle parole, ma se l'orizzonte è vuoto, tu stai ancora a scrivere e lei è umore liquido delle tue ciglia. Il tuo romanticismo è doloroso e rugoso come la corteccia di quel tronco che gratta la tua vita. Ciao, Sergio.
Caro Andrea, innanzi tutto ti ringrazio per l'interessante commento a questi versi, ti ringrazio anche per avere ricordato quegli altri versi rimarcati pure essi dalla estenzione 2.0 che uso ormani inconsapevolmente per indicare quanto concerne la rete , la cominicazione digitale, il contatto telematico, e per estenzione tutta quella gamma di nuove parole situazioni, sensazioni e perchè no, sentimenti , che solo qui alergano e possono trovare spazio, in questa atmosfera si controllata ed artificiale, innaturale e virtuale per definizione, ma che in altri ambiti è definita realtà aumentata, dilatata...Esistono diversi nessi tra questi versi e quelli, me ne sono reso conto andando a rileggerli, diverso è il lingiaggio il lessico l'atmosfera, l'io scrivente, il momento, lì possibilista seppure dubbuioso e guardingo, nel suo limite umano e percezionale, capace di ascese esatanti e di precipitazioni vertiginose, in grado di sfidare anche le chimere perchè fiducioso in se e nel suo sentire, qui invece, provato e affranto, senza più velleità divinistiche ( forse è un neologismo, perdonami) che non trova nei fatti negli accadimenti alcuna risposta o speranza, ed allora si chiede quale sia quella forza innominata che lo tiene legato ad un estremo esile barlume, ad un sentire che ormai è solo eco di un intenzione che ne dipanarsi ha diluito la sua trama sino a non poterla riconoscere più.....Spero si averti dato ulteriori indizi del mio scritto, grazie ancora per questi così interessanti, per me, scambi epistolari, come d'altri tempi....sergio
Si, caro Decio, io stò qui ancora a scrivere e lei, quella lei di cui parlo, quella virtuale, quella che solo qui esiste tra flussi di dati luminore di schermo e scalpiccio di tastiera, lei è senza dubbio qui a leggere come una Lady Hawke vive di notte ed io di giorno, impossibile incontrarsi tra le rugisità di un romanticismo d'antan. che la vita come tu dici , gratta via.... Grazei per il tuo commento, Sergio
Caro Ugo, le tue parole sono lusinghiere, ed il mio amor proprio te ne è assai grato, sergio
Hai scritto una cosa meravigliosa. Unica. Mi permetto di dire che è lo scritto più"vero", coinvolgente, amaro, dolce, che io abbia mai letto qui. Ti auguro che il vostro "non amore" come lo chiami tu, sia per sempre nella tua penna,perché ci dai modo di sognare con il tuo cuore in maniera straordinaria. Grazie.
Sono io che ti ringrazio veleno rosa per il tuo apprezzamento a questi miei versi sospesi tra una licenza poetica ed una vita vissuta in una arcana giostra che non ha soluzione di continuità. Sergio
A proposito di questa tua faccio "mie" le parole che seguono: "A Cloe, grande città, le persone che passano per le vie non si conoscono. Al vedersi immaginano mille cose l'uno dell'altro, gli incontri che potrebbero avvenire tra loro, le conversazioni, le sorprese, le carezze, i morsi. Ma nessuno saluta nessuno, gli sguardi s'incrociano per un secondo e poi sfuggono, cercando altri sguardi, non si fermano. (da " Le città invisibili" di Italo Calvino). Ciao, caro Sergio. anna
Anna, ti ringrazio del passaggio di prosa che hai citato, che a me riporta alla mente un mercatino su di una rive gauche subito dopo la guerra ed uno squattrinato Brassens che acquista non senza remore un libricino di emozioni poetiche di un certo Antoine Pol da quale trarrà una canzone che poi il nostro De Andrè tradurrà ne " le passanti" ... E' singolare Anna come i pensieri e le suggestioni si rincorrino e descrivano orbite personali per ciascuno a partire dal proprio vissuto...E ti ringrazio per questo volo d'ala a cui il tuo commento m'ha indotto.....sergio