Eppure, adesso,
al meridiano transito del sole,
io sento di vivere da millenni
qui, tra la baia e la risacca.
ho gettato in mare
ogni meccanica celeste,
ogni geometria ed equazione.
non ho più bagagli,
nessuna valigia da svuotare o riempire,
nessuna lettera da ricevere o spedire.
scalza e sgravata,
ascolto il silenzio
imparando la quiete
e la luce sulle cose.
il vocio confuso è ormai lontano:
soltanto, nell'aria,
un passaggio stridulo di gabbiano,
il fragore dolce dell'onda che
leviga i miei piedi.
eppure, adesso,
soltanto io,
e tu, immobile sull'acqua
come statua d'oro.
un uomo, laggiù,
le ginocchia al petto,
guarda immenso il mare.
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