Giusto per la cronaca, questa poesia è il testo di una mia composizione musicale ispirata a una particolare categoria di ballate rinascimentali caratterizzate da un ritmo molto incalzante e ossessivo.
Molto bella e di effetto visivo, spontanea la conseguenza di un accenno di danza in costume medioevale. Jul
Salute a te, Fabio! Ti assicuro che non ho intravisto alcuna critica nel tuo commento! :-) Buona giornata, Stolcius
davvero molto bella...mi piace ricalarmi nelle atmosfere rinascimentali, poetiche e musicali sulle tue parole, cosa che faccio già da un po', mi fa risentire come quando ero alle medie sui primi studi di musica....ciao stolcius, bravissimo, andrea
Grazie mille, Andrea! Che dire, sebbene preferisca il rinascimento elisabettiano - ma, per stra-inciso, anche Chet Baker! - ti suggerisco un ascolto invero interessante: "Hora May che fora son" http://www.youtube.com/watch?v=FVcmcDgeISc Anche se il testo non è facilmente intelligibile, ti accorgerai che possiede un evidente trait d'union con il più noto "La domenica andando alla messa", pezzo popolare di origine rinascimentale che, tra l'altro, fu un cavallo di battaglia di Gigliola Cinquetti. Un salutone, Michele
Stupenda davvero, sottile e di gran classe, c'è eleganza anche nell'ossessione in questa poesia, anche nel volersi distogliere a tutti i costi da qualcosa che fa male e che, inevitabilemte, ferisce. Quasi un'invocazione alla non sofferenza, forse non piangere quel che si è perduto a volte sarebbe la cosa migliore, a volte la sola consapevoilezza di ciò è già un passo avanti! :) Bellissima come sempre! Francesco