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Pubblicata il 12/07/2014
Un’estate di primavera nei luoghi dei miei silenzi;
leggera perché possa respirare la vita e misuratamente pesante
ché da una via all’altra insista il costante rimando:
una cicala e un’upupa,
l’upupa e la cicala
una cicala e un’upupa.
…e potrei sentirmi solo sotto il sole che brucia,
potrei sentirmi inerme nel vederlo tramontare oltre il colle
e nella notte trovare i nodi di ogni giorno,
incapace di scorgere la grande trama di un sogno.

Ma tutto si dissolve con una figura appoggiata ad un muro
e le fronde e un tetto e un abete e un bianco di luna,
una visione uniforme s’un prato in uniforme
dove l’universo si perde e vive con una formica e un passo.

.A.G.
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Bella :-)

il 13/07/2014 alle 10:44

Piaciuta

il 13/07/2014 alle 10:56

Grazie a tutti, un abbraccio, andrea

il 14/07/2014 alle 19:02

Ho gustato al massimo i passaggi da una inquadratura all'altra.

il 15/07/2014 alle 07:07

grazie elisa cara, andrea

il 16/07/2014 alle 19:28

Mi è piaciuta molto ma i versi che ti posto sono i più belli che ho letto di recente. Bravo Andrea! e nella notte trovare i nodi di ogni giorno, incapace di scorgere la grande trama di un sogno. Un abbraccio! Sira

il 03/08/2014 alle 23:08

Grazie infinita sira, i hanno fatto piacere le tue parole, ti abbraccio, andrea

il 06/08/2014 alle 00:44