più di una volta
il mascara trattenuto sugli occhi, e
silenziosi patimenti al limite della
rivalsa.
ho coperto la tua voce con campane
sgretolate; più di una volta, un fremito
di strada bandiva per sempre i segnali
della gente.
la porfiria del sole, più di una volta,
ti incuteva timore, come i tanti giardini
schiamazzanti di persone, nella vista di
pontili chiodati senza fantasia.
di quei pomeriggi a fregiarti nel vuoto,
resta incisa una sterile canzone, ripetuta
come ogni minuetto d'amore che ha scordato
i propri passi.
più di una volta,hai costruito il senso avulso
dalle tue giornate,sull'opaca menzogna di
ogni mio rientro a casa.
dopotutto, io stesso, più di una volta,
ho finito con l'accarezzarti nel sonno,
sotto un guanto di piume bisognose
di altre luci.