PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 23/06/2014
Del non saper più scrivere mi vanto!
ho perso il ritmo dolce del tip-tap.
e dove, dico dove son finito?
non so, son come strada senza uscita
un mare immondo in cui non vedo fine
ormai a me stesso e agli altri son disturbo
mi rotolo in sta vita senza posa!
riposa stolto scriba, va a dormire!
inutile cercare ancora rima:
in cima a questo colle son finito
da solo tutto questo ho ricercato:
di non poter guardare l'uomo in faccia
di non saper trovare via d'uscita
di non aver più tempo per la vita!
È ora cazzo infine voglio dire:
lasciatemi morire senza voglia.
a me non interessa interessarvi:
non ho niente da dire o dimostrare!
lasciate che alla fine venga giù:
vi mostrerò la via per raccattare
i vostri stolti sogni da poeta:
è droga alcol cenere e passione:
di questo tutti noi scriviamo sempre:
del nostro rotolarci senza sosta
del nostro aver paura di morire
del nostro tempo cupo che ci avvolge
del nostro rombo in cuore che ci smuove:
è questo, sai, ho perduto per la via:
il rombo che ti smuove caro amico:
non trovo più motivo di resistere:
perché esistere, dico!
sarà pur vero che altri han la risposta
ma io, di mio, non so che cosa fare
e sì che ne ho provate in ogni modo:
morale?
sconfitto ancora prima d'iniziare.
sarà che sono forse danneggiato
(e ben mi sta, così m'imparo a strabordare)
vorrei di questa vita far qualcosa
eppure ormai mi resta poco o niente:
è solo che non vedo più la gioia
è solo che non sento più la brezza.
capite cosa intendo? Son monnezza!
non tento più neppure di lottare:
mi lascio andar ramingo verso il male.
e so di farlo sempre senza fretta:
mi piace cuocer lento nel dolore.
capite cosa dico, o scrivo ancora?
vorrei provare soltanto meraviglia
ho perso la mia bussola stellare:
non riesco più a trovare neanche un segno:
la luce, un urlo un atto di risveglio!
rimasto qui nel buio ormai rimesto:
rimescolo il passato e sì! M'inganno.
non resta molto altro poi da dire:
mi vesto senza starci su a pensare
vorrei soltanto avere ancor speranza:
ma macabra è la danza del destino:
mi desto spesso, sai, senza un motivo
e chiedo al dio del sonno di rapirmi:
chè le mie notti sono scontri a fuoco
tra me e me e il demone bastardo
che vive nel profondo della mente:
mi dice “guarda, l'oggi l'hai buttato
sei rimasto tu solo, polveroso prato
e nulla più risplende, neanche al sole”:

di quanto possa scriver mi spavento
se solo apro bocca con i tasti

dirigiti, è il momento, alla finestra:
lì prendi slancio e tuffati di testa!
che resta tanto ancora qui da fare?
vediam se è vero quel dicono gli antichi:
chè morte non è altro che altra vita.
  • Attualmente 4.66667/5 meriti.
4,7/5 meriti (3 voti)