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Pubblicata il 05/12/2002
Per rivi fatati
per trepidi prati
ti muovi leggera,
in punta di piedi,
ondina inquieta
di stirpe d'Aedi.

Ai nani malefici
ognora riottosa
di eteree delizie,
tu,vergine sposa.

Conclusosi il canto
ci lasci,piccina,
nell'eco divina
del tenero incanto.

E lesta ti involi
per stanze remote.

Or qui del sembiante
tuo,casto e pudico,
già sei deprivata
da un qualche Alberico.

Che,immoto,
riverso sul ventre di neve,
bramoso ti fruga,
ti sugge,
ti beve.

E dalle tue labbra,
poc'anzi sì pure,
e sì evocatrici
di eterei diletti

null'altro che gemiti
flebili e rochi
prosaica espressione
di voluttà,folle.
Dov'è ora,ondina,
il tuo si bemolle?
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Molto bella, evocativa, con belle immagini che richiamano "l'anello dei nibelunghi" e molto fluida nella sua musicalità.
Complimenti!
Axel

il 06/12/2002 alle 09:35

Dimenticavo... forse sarebbe stato più corretto nel titolo "Abendlieder" (canzone della sera) invece del contrario...
Ciao!
Axel

il 06/12/2002 alle 10:56

le tue parole sono così unciche da provocare dolce musica nel cuore ecullarlo dolcemnete complimenti davvero con infinita dolcezza ester

il 06/12/2002 alle 13:45