ho la discrezione di una falena
che palpeggia la sua fonte di luce
ma che martella alle orecchie
(alveari di vespe e cerume)
come una spina al culo
nero e fetido
come sporche mutande impiccione
che ti dicono puzzi e fai schifo
ma ti ricordano anche che sei odore animale e sei libero
oggigiorno alterno misantropia ad eterno
odio migliore a terreno
ma è su me stesso che combino di meglio!
e biasimo tutti
finanche i piccoli figli di questo progresso involuto
dal primo vagito
saranno già disprezzo
e quest'aria li contamina
e ne potrà fare solo quasi-uomini e quasi-donne inutili all'anima
per un domani
che sarà tale con un conteggio ogni cinque minuti
e succederà senza indignazione di nessuno
che in una sola ora avrai dodici domani del cazzo
quelli che non amano
credono il tuo di amore incompleto
chi studia con criterio precostituito
crederà il tuo un capire misero
ma una cosa certa è che il loro odio
mai scintillerà come il tuo,
le mie vendette sono quotidiane
rifocillate nel vedere questa impunita omologazione
sono peggio asserviti di gatti e cani
di cui si servono
per non essere messi in discussione
da proferenti parola
incomunicabilità e solitudine subita
sono il loro prezzo
da devolvere ogni millesimo di secondo
al quieto vivere inquieto sodomizzante
sarete voi i vangeli ipocriti
che strapperò nelle telecamere
e nei tuoi occhi
che leggi questi versi
credendo che io li scriva non vedendoci.