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Pubblicata il 25/05/2014
Et dicet ea mihi:
agnoscemus errorem nostrum,
sed sistema nostrum est possum
i unum modum, illus nos non concedet
facere mutationis-
tibi pecoeniam tuam mandabamus
in tres dies, illis erunt quinque.
argentaria taberna rogat epistulam,
illa continet tutam informationem meam,
sed collegium non volet eam inviare
pro causas sali,
et, hodie, habeo ego pecoeniam
in nullo modo-
mendacis
semper vincunt
tempum.
de ivan petryshyn, apri
di’ 25, maii, mmxiv a.d.
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Devo ringraziarti per aver risvegliato in me la curiosità di capire cosa volevi dire verseggiando in latino. Dopo 60 anni, ho riesumato le mie reminiscenze e ho cercato di tradurti! A parte qualche imperfezione sintattica, quel illus al posto di illud, pecoeniam al posto di pecuniam e quell’inviare al posto di mittere, sono riuscito a capire che il rapporto con lei va riveduto e corretto. Una lei autoritaria che non si fida solo di parole, occorre un chiarimento scritto. Simpatica l’iniziativa questa di scrivere una poesia in latino, fa riaffiorare il lavoro fatto su Virgilio, Orazio, Catullo, Omero e tanti altri! Complimenti.

il 03/06/2014 alle 11:48