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Pubblicata il 23/05/2014
lascia o Madre, ch’io posi il capo sui tuoi ginocchi ospitali,
accoglimi, sono stanca di percorrere
sentieri dove i rovi feriscono i calcagni.
ho le bisacce vuote di ogni sogno
e sul fondo delle vene giace
sonnolenta l’ultima speranza,
che indugia a morire,
refrattaria ad ogni sasso ch’è d’inciampo.
vedi, Madre, come le vergini stolte
ho dato fondo all’olio delle lampade
aspettando lo sposo, e i bilanci delle
stagioni ho sempre chiuso in rosso.
ma Tu sei Madre pietosa,
non ti curi del rovo pungente
in cui sono caduta,
vieni a rompere questa sindone di morte
che m’imbraga.
lascia che io veda ancora la luce
in fondo al tunnel, chiamami col nome
che mi diedero alla Fonte.
chiamami forte, ch’io oda la Tua voce;
lampada nuova sia per i miei passi,
grembo fecondo di nascita novella.

8/2/2012
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una preghiera splendida piena di umilta',amore e speranza marinella

il 23/05/2014 alle 12:31

Grazie Marinella!

il 23/05/2014 alle 13:04

Che ci chiamino forte Anna cara, col nostro nome, perchè il grido che si libera da quelle gole chiede un reale ausilio. Bella e accorata.

il 24/05/2014 alle 15:18

supersplendita preghiera molto personale ,e non ti abbattere perche' quei calcagni hanno fatto i calli e allieveranno un po' del tuo dolore,un salutone e buona domenica

il 24/05/2014 alle 19:22

Vi ringrazio di cuore, Arlette, Paolocci, siete gentili...buona domenica a voi tutti

il 25/05/2014 alle 08:16

Ciao Fabio..alcune tue poesie sono come folgori nel cielo..accendono la Luce..

il 16/06/2014 alle 10:59